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IL NOSTRO CEO PARLA DI HOSPITALITY E LUSSO A MILANO FINANZA

IL NOSTRO CEO PARLA DI HOSPITALITY E LUSSO A MILANO FINANZA

LUSSO, È BOOM DI RICHIESTE Il maggior incremento riguarda hotel e strutture di hospitality. DI ANDREA BECCA «Un momento di assestamento». Filippo Mascellaro, amministratore delegato di Màxelway International Group, una delle holding immobiliari nel settore lusso più importanti nel nostro Paese, definisce così il periodo che sta vivendo questo segmento del real estate, caratterizzato, in...

LUSSO, È BOOM DI RICHIESTE
Il maggior incremento riguarda hotel e strutture di hospitality.
DI ANDREA BECCA

«Un momento di assestamento». Filippo Mascellaro, amministratore delegato di Màxelway International Group, una delle holding immobiliari nel settore lusso più importanti nel nostro Paese, definisce così il periodo che sta vivendo questo segmento del real estate, caratterizzato, in primo luogo, dal clima di instabilità politica internazionale. «Abbiamo avuto una forte impennata di vendite nel periodo post covid che ora, con i venti di guerra in corso, ha avuto un calo che è giunto fino all’attuale rallentamento. Si ricomincia a sentire quella incertezza dovuta alla situazione politica spinge le persone più sagge a investire con maggiore determinazione», commenta il manager della società che, ad oggi, detiene oltre il 55% degli immobili di
lusso in vendita in Italia per un valore superiore ai 7 milioni di euro, oltre il 75% degli hotel e circa il 59% delle cantine vinicole sul mercato italiano. «Per quello che ci riguarda, ci troviamo a gestire una grande mole di richieste di informazioni sugli immobili e di richieste di vendita. Abbiamo avuto un’impennata del 90% per la vendita di hotel.

D: Quali sono i vostri principali clienti in questo momento?
R: «Si tratta di società e persone che provengono da Stati Uniti, Canada, Germania, Svizzera e Emirati Arabi Uniti. In particolare, stiamo parlando di fondi d’investimento svizzeri e tedeschi che sono interessati a proprietà in vendita nel nostro Paese. Del resto, ci siamo contraddistinti per un’iniziativa che si è rivelata di successo. Dopo le sanzioni che hanno di fatto chiuso i rapporti con i russi, mentre il resto del settore piangeva la perdita dei buyer moscoviti, noi ci siamo domandati quanti e quali fossero le proprietà russe in casa nostra. Così ci siamo proposti come intermediari presso società e acquirenti che potessero acquistare senza particolari problemi legali o possibili ritorsioni politiche che avrebbero potuto manifestarsi. Ci siamo rivolti ad acquirenti provenienti dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Turchia che sono in grado di poter far affari con i russi senza problemi. Tra gli italiani – anche se non sono in vigore sanzioni specifiche – si ha la preoccupazione che possano esserci delle ritorsioni retroattive. Anche per questo motivo, stiamo allestendo nuovi uffici a Dubai, una capitale che sarà sempre di più al centro degli scambi internazionali e delle compravendite immobiliari perché i miliardari russi si trasferiranno tutti lì».

D: Quale caratteristica ritenete più importante per la valorizzazione degli immobili su cui vi focalizzate?
R: «C’è una caratteristica che è imprescindibile, ed è la location. Certo, anche gli altri indici di riferimento sono importanti – rendimento, revenue, cash flow – ma è soprattutto la posizione dell’asset a fare la differenza. Da questo punto di vista, oltre alle località di mare e alla Sardegna, Milano e Roma sono tornati mercati vivaci. Roma, tuttavia, mantiene un livello dei prezzi e di contrattazione accettabile. Al contrario, Milano si trova in un periodo di ascesa che sembra essere fuori controllo».

L’intervista completa su MilanoFinanza del 01 ottobre 2022

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